Che cos'è?
Il progetto nasce dalla volontà di creare un’attività totalmente prodotta dai suoi partecipanti a seguito di uno stimolo, un tema e delle suggestioni date da Sustarìa.
All’apparenza si tratta di un’attività svolta dal singolo e privatamente: ciascun partecipante dopo aver letto gli spunti tematici, scatta una foto e la invia all’associazione. Il risultato è, invece, corale, collettivo, come un album condiviso, un collage, un mosaico laddove il singolo è una piccola tessera in dialogo con tutte le altre circostanti.
È un’indagine: la maniera in cui ognuno interpreta e declina il tema contribuisce alla costruzione di una conoscenza generale, completa e sfaccettata.
Il tema: i muri
L’obiettivo di questo primo capitolo del racconto fotografico è rispondere alla domanda nel titolo: Cosa raccontano i muri?
Il tema prende spunto dall’attività laboratoriale di murales collettivo che l’associazione da due anni porta avanti nel Sustarìa Festival. È seguita poi la riflessione sulla comunicatività dei muri, sul fatto che, sin dalla preistoria con graffiti e pitture, essi siano ancora oggi delle “lavagne” su cui passano sentimenti individuali e collettivi.
Sui muri delle città si fissano le ideologie politiche, i malcontenti, le proteste, l’Arte pura dei disegni che comunque veicolano dei messaggi importanti per la sfera umana. Più che mai centrali, sono i dibattiti che infuriano su opere artistiche murali “divisive”, il murale in Puglia con i membri del G7 o quello per Michela Murgia a Roma. Sustarìa vuole farsi contenitore di queste storie, e il materiale fino ad oggi arrivato è perfettamente in linea con le aspettative.